lunedì 9 maggio 2011

Intervista a Vivienne Macchiarelli, campionessa francese di Karate


"Non conosci bene una persona 
finché non ci combatti"
Seraph, Matrix Reloaded


E' mia curiosa prerogativa farmi menare da amici e conoscenti.

Tempo addietro, tenendo i guanti da passata alla fatina dei dentini, chiamai 13 diretti: peccato che dopo il settimo, non si sa per quale cortocircuito cerebrale, decisi autonomamente che potevano bastare ed abbassai i guanti. Non ho il naso che mi spunta dai capelli sulla nuca solo grazie ai riflessi e alla preparazione della fatina.

Qualche mese dopo, scopro che un mio amico di adolescenza è un agonista di Muay Thai ed ha combattuto anche in K-1. Mi fiondo a organizzare un allenamento in garage. Mentre gli paro abilmente i colpi con zigomi e sopracciglia, comprendo a fondo che non stiamo giocando a strega comanda colore.

Insomma, per ottemperare a questo mio dogma interiore, una volta saputo che la solare ragazza che avevo appena conosciuto era nientemeno che la campionessa nazionale francese di Karate, prima ancora di chiederle il nome sono già con lei nel solito garage a prendere una vagonata di botte.

Ne esco tumefatto e felice, talmente soddisfatto che da allora, ogni volta che la signorina espatria (anzi, rimpatria, date le origini italiane), cerco di organizzare un allenamento insieme.

La festa per il suo compleanno in Italia diventa così una ghiotta opportunità per fare incetta di lividi: non perdo un minuto e la invito per un allenamento al parco, condito da ovvia grigliata di carne, come la dottrina impone. Lei mi insegna il Karate, io le insegno la fine arte della cottura di una costata di manzo. Reciprocità.

Dopo l'allenamento, ci sfidiamo ognuno con le rispettive armi:


Attacco delle pinze unte di Hokuto:


Parata di addome. Ahia.


Ora immaginate l'allenamento precedente e soffrite per me.



Qui di seguito, una intervista alla deliziosa killer effettuata dal martire, ossia il sottoscritto.

Vivienne Macchiarelli inizia a praticare karate a 9 anni in Italia; a 14 in Francia comincia le gare di kumite (combattimento) e a 15 anni era campionessa nazionale. Raccoglie in tutto una quindicina di medaglie nazionali, tra le quali doppia medaglia di bronzo ai campionati di Francia senior.
Sei una persona estremamente solare: karate-do allora non è solo visi seri e sobrietà...

Ma non è una domanda! Ahahaha!


Ok... allora, questo blog parla di dimagrimento e preparazione atletica. In cosa consiste la preparazione atletica di un karateka?

Dunque, tanto per cominciare ci sono delle categorie di peso da rispettare ed il dimagrimento deve essere funzionale a queste: DEVI stare nella tua categoria, sempre! Nel centro nazionale avevo un preparatore atletico in funzione delle gare. La preparazione dura un paio di mesi prima di ogni gara, a seconda delle gare più importanti. Si lavora su due fasi: la resistenza al lattacido e la parte finale (più divertente...) dove lavori su potenza ed esplosività. Questo lavoro lo fai in palestra, con i pesi, aggiustando i pesi dal 100% al 50% del tuo massimale; lo fai correndo, adattando i tempi e la velocità; in allenamento, con i round da 3 minuti o utilizzando tecniche varie. Sono periodi lunghi che possono coprire anche momenti dove hai altre gare da svolgere e rischi di farle in una forma fisica non perfettamente funzionale.


Questo può essere un punto a favore dell’avversario: studiate i percorsi di preparazione degli avversari che andate a incontrare? 
Normalmente le gare dove non sei al massimo della forma sono gare “minori” svolte in preparazione di una gara più importante. Esistono però delle nazioni dove alcune squadre vanno ad alcuni open (gare internazionali dove chiunque si può iscrivere, usate spesso come preparazione dalle squadre nazionali) con la telecamera e filmano gli avversari per studiarli. Ovviamente io studio l’aspetto tecnico dell’avversaria che devo affrontare per poterci lavorare ed imparare a contrastarla sul suo punto forte. 


Quanto conta la potenza dei colpi in una disciplina dove è fondamentale il punteggio e non è previsto il ko? 
La potenza è diversa dalla forza, per cominciare: potenza è forza per velocità, e la velocità è il punto fondamentale del karate. Il controllo non elimina la potenza: in un incontro è fondamentale, anche come sensazione, che si comprenda che il colpo portato dall’avversario è potenzialmente devastante se portato senza controllo.


Però tu hai rotto il naso tre volte... 


Sì, ho rotto il naso ed anche la mandibola... però sono delle tecniche sulle quali l’avversaria ha avuto delle penalità o addirittura una squalifica. 


E quanti ne hai rotti tu agli altri?


Allora, lividi e sangue dal naso non so, ma ho rotto due costole ad una ragazza...


Durante il nostro allenamento è venuto fuori un argomento molto interessante, il tuo modo particolare di fare gli addominali. Puoi spiegarcelo?


Per gli addominali, l’importante è lavorare in isometria per gli addominali profondi e poi lavorare in crunch per modellarli; si tratta di serie da 1 minuto in equilibrio su gomiti e punte dei piedi, sollevando il bacino, alternando poi con 50 crunch. Il tutto viene ripetuto (almeno) 5 volte. Questo normalmente andrebbe fatto a fine allenamento, ossia... tutti i giorni! 


Ok... e che tipo di alimentazione segui durante le gare?


Allora, prima di una gara cerco di perdere un chilo / un chilo e mezzo, prima di tutto perché non ho nessuna fiducia nelle bilance dello stadio, che spesso sono vecchissime e portano qualche chilo di più; poi per sentirmi più asciutta e quindi più veloce. Cerco di seguire una dieta iperproteica, evitando carboidrati la sera; verdure in quantità (quindi fibre) per limitare la sensazione della fame. Mangio tantissimo yogurt. Il giorno della gara, la mattina non mangio perché ho lo stomaco chiuso: dopo il peso mi mangio una barretta di cereali o biscotti morbidi... perchè ho la sensazione di non riuscire a masticare, forse a causa della tensione! Ho sempre dietro 1 litro e mezzo d’acqua, una di acqua zuccherata e una energetica di guaranà o simili. Per ogni sorso da una delle boccette bevo il doppio di acqua, perché tra i combattimenti non ho né voglia né tempo di mangiare. 


Sei italo francese: quale parte di Vivienne è italiana e quale francese?


Ahaha! Non mi sono mai posta la domanda! E’ difficile sapere dove sono quale... perchè in Italia sono sempre “la francese” e in Francia sono sempre “l’italiana”! 


Cosa significa fare parte di una squadra nazionale?


Significa competizione, competizione, competizione. In gara, in allenamento, ovunque. E’ il tuo pensiero principale la mattina prima di andare a scuola, quando sei in allenamento, quando mangi. Ogni cosa è funzionale ad un percorso di tappe consequenziali, quindi è un pensiero che non abbandoni mai. Significa anche tantissimo investimento: fisico e di tempo. Sei sempre fuori casa tra spostamenti, allenamenti e gare. 


E’ una strada che consigli a ragazze della tua età?

L’agonismo non si consiglia: si fa perché senti di volerlo fare. Il giorno che smetti è solo quello dove ti passa la voglia di farlo. Non puoi pensare di condurre una vita “normale”: sei sempre concentrato sulle gare. La priorità è sempre un allenamento: magari ti chiamano per una cena, un concerto o una uscita con amici e non ci sei perché sei in palestra fino a tardi.  Quando esci non puoi bere alcolici, perché magari sei sotto gara o vicino ai campionati. E questo non ti deve pesare, deve sembrarti logico e giusto, altrimenti ci stai male e significa che questo stile di vita non fa per te. Ad esempio all’università ho anche corso il rischio di ridare degli esami saltando delle lezioni perché dovevo allenarmi. 


Agonismo = professione?


No, nel karate non esiste, almeno in Francia, uno stipendio per gli agonisti. Ci sono degli aiuti quando vinci gare, borse di studio, eccetera, ma devi continuare a vivere, studiare e lavorare al di fuori dello sport. 


E’ un po’ in contraddizione con quanto detto sopra, no?


Beh, si combina difficilmente ma non è in contraddizione. Ad esempio io ho fatto delle selezioni per delle gare importantissime che coincidevano con degli esami e non sapevo cosa fare quando tornavo a casa, se allenarmi o studiare. Alla fine è tutto una questione di organizzazione. In ogni caso la “professione karateka” non esiste. Puoi aprire una palestra, insegnare, fare stages, ma l’agonista non è un professionista.


Venendo agli aspetti tecnici della tua disciplina: noti diversi modi di combattere tra atleti di diverse nazioni?


Sì, perché l’arbitraggio può cambiare notevolmente da una nazione all’altra ed i combattenti si adeguano di conseguenza. In italia danno per esempio con molta più facilità le penalità di contatto. Gli italiani hanno un modo di combattere molto più sulla difensiva quindi si muovono molto, occupando tutto il tatami, mentre i turchi ad esempio giocano molto sulle penalità ed il corpo a corpo, il trattenersi, cose così. Gli spagnoli spesso sono più rigidi, i giapponesi lavorano sempre in avanti in linea verso di te, e così via.


Hai mai combattuto con atleti di altre discipline?


Sì, per scherzo con un judoka! Finché eravamo a distanza i cazzotti li davo io... poi mi ha presa, e lì ero per terra... Poi ho fatto qualche stage di karate contact e self-defense, dove c’erano atleti di altre discipline come il full contact. 


Ti sei mai allenata con le armi tradizionali di Okinawa?


Karate - do significa “via della mano vuota”, ossia “senza armi”, quindi no! 


Sei mai stata in Giappone?


No ma è uno dei miei sogni: è uno dei progetti in cantiere per i prossimi anni... quando avrò 2000 euro per il viaggio! 


Kata o kumite?


KUMITE! Scrivilo pure in maiuscolo e grassetto! Anche se ogni tanto un allenamento tecnico ci vuole... ma di rado, molto di rado! Diventa noioso farlo sempre, però effettivamente ritrovi te stesso e le basi del karate. 


Quando tornerai a combattere?


In teoria a partire da settembre, ottobre... dipende dagli studi e dalla laurea! 


Come si cuoce una fiorentina?



Alla griglia.... ? No ? TRE MINUTI DA UNA PARTE E TRE MINUTI DALL’ALTRA!!!! 


[Brava. Salvata in corner, NDA... mancherebbe "e poi in piedi sull'osso", ma te la passo buona.]


La risposta è “In alto”. Qual è la domanda?


“Dove vuoi arrivare?”


Grazie Vivienne per il tempo, la simpatia, la disponibilità e... i lividi.


De rien!


1 commento:

  1. che bei ricordi :-)
    e sono contenta di poter finalmente tenere la mia promessa....
    (vedi tra le ultime domande..!!)

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