mercoledì 18 maggio 2011

Idee per dimagrire - 2 - Le sgarrate e la dieta.


Dovuta premessa: io 

  • NON sono un medico
  • NON sono un dietologo
  • NON sono un nutrizionista
  • NON sono un atleta professionista
  • NON sono un un personal trainer

o altro esperto nel settore dieta / allenamento. 


Ho solo due qualifiche ufficiali e riconosciute: 

  • un diploma di chitarra classica in Conservatorio
  • 37 kg persi in un anno e un mese
...al momento in cui scrivo :D

Quindi quello che leggerete qui sotto è da intendersi solo come un report delle mie esperienze personali che ritengo siano valide per me.

Se diventate fantasmi a causa di una vostra interpretazione errata di quanto detto su queste pagine, non venite a tirarmi le coperte mentre dormo :D

Insomma, per intenderci: se fate una settimana di digiuno, poi una ciucca colossale di superalcolici e vino miscelati con birra, poi la mattina dopo andate a correre a manetta per venti km e CASUALMENTE, senza sapere come siete finiti lì, vi risvegliate in un luogo tutto bianco con un tizio barbuto e alato con in mano un mazzo di chiavi enormi, davanti a un cancello colossale e in mezzo alle nuvole, non date la colpa a me, ecco.





Bene, iniziamo.

Tanto per cominciare, un'idea.

Uno degli assunti fondamentali sui quali baso il mio dimagrimento è l'autocontrollo. Sono io a decidere se mangio o no, non il mio corpo. Sono io che comando, non le mie pulsioni e la mia emotività. Capite questo e siete sullo spartiacque del vostro sentiero: tutto il resto sarà in discesa.

Entriamo in medias res: sono io che decido se, quando, come e quanto sgarrare la dieta. Direte: beh, ovvio, chi decide sei tu. Ma, per dirla alla Pessoa, "noi" siamo una bella moltitudine :D

Può capitare che mi ritrovi casualmente in una condizione di sgarro ("Dài, andiamoci a bere una birra finito il film") e non voglia sgarrare: bene, io NON sgarro. Punto. Bisogna partire dal principio che sei tu che comandi, non il tuo stomaco. Detto questo, se ho deciso che sabato prossimo mangio un gregge di montoni, lo mangio serenamente e senza remore.


Giusto l'altra mattina a pranzo ho assistito ad una colossale dimostrazione di forza di volontà: ero seduto a fianco del marito di mia cugina, Roberto Guidarelli, atleta di Iron Man, che di fronte ad una incredibile sfilata di portate a base di pesce si è limitato a mangiare solo e unicamente quello che riteneva giusto mangiare. E attenzione: non è che non ha mangiato "nulla" o ha mangiato "pochissimo". Ha mangiato solo quello che voleva lui, in base alle sue necessità sotto allenamento, non facendosi comandare dagli occhi (avete presente il detto "Hai gli occhi più grandi della bocca"? Lui no). Chapeau.



Questo concetto a parer mio è eccezionale e fondamentale. E' che in italiano non si può scrivere correttamente, ma è una cosa tipo "mangiare e non essere dominati da ciò che si mangia", solo che il transitivo passivo di "io mangio qualcosa" non esiste, nella nostra lingua.

Passiamo oltre.

Altro elemento da tenere in considerazione è l'umore: pre, durante e post sgarrata. Anche qui viene in aiuto la capacità di concentrarsi sul momento (vedi "Idee per dimagrire - 1 - Accendere la scintilla."). Da quando ho cominciato a dimagrire, mi sono imposto di utilizzare la sgarrata come un momento agognato di recupero dallo stress di allenamento e dieta, obbligatoriamente piacevole sul momento, che mi lasciasse soddisfatto, con un bel ricordo e più energie per affrontare i giorni a venire.

Uno dei peggiori modi di sgarrare a parer mio è angosciarsi già dal lunedì sapendo che ci sarà il classico  matrimonio o la cena con gli amici nel weekend, poi durante la serata in questione limitarsi a mangiare il più "dietetico" possibile mentre gli altri intorno a te gozzovigliano e se la godono (e magari tu stai  incazzato e taciturno a guardarli spassarsela tra le portate), per poi scoprire la mattina dopo che sei comunque un chilo di più nonostante i tuoi sforzi a causa di quei due carboidrati della sera prima.

Permettetemi.

"MAVAFFANCULO" :D

Se sgarro, me la godo. Punto.

Poi magari dal giorno dopo sto più attento e mi alleno con più intensità, anche grazie alle energie recuperate dalla sgarrata (fisiche e mentali).

Chiaramente, avendo possibilità di scelta a parità di gusto, magari un occhio alle calorie può far comodo. Se ti piace più il sorbetto al limone della mousse al caffè, buon per te. Se preferisci una grigliata di pesce a una frittura mista, buon per te.

Se preferisci un hamburger di seitan a due chili di bistecca alla fiorentina di razza marchigiana IGP 5R, vieni qui che ti spacco la faccia.

:D

Normalmente io mi comporto così: cerco di prevedere la sgarrata, mi alleno abbastanza intensamente in funzione di essa, sto attendo con il mangiare fino al giorno dello sgarro, poi quando sono lì faccio l'impossibile perché sia un momento bellissimo dove godermela e ricaricare tutte le energie dei giorni prima. Se devo e posso, caccio anche fuori due lire in più e me la godo al 110%. La sera, vado a letto soddisfatto e felice.



Il giorno dopo non mi faccio mancare un bell'allenamento dove riesco a spingere al massimo e se posso anche due giorni dopo metto un altro allenamento, magari di tipo diverso (esempio: un giorno fondo lento per un'ora e mezza per riprendermi dalla botta della mangiata, il giorno dopo pesi + sacco intensissimo per sfruttare le riserve energetiche e la riattivazione del metabolismo del giorno prima).

Le prime volte ero spaventatissimo: salivo sulla bilancia la mattina dopo ed ero anche 2kg e mezzo in più. Uuuu, paura. Ora ho imparato come funziona e so che puntualmente "assorbo" una sgarrata nel giro di un paio di giorni, massimo tre. Mi sembra che il mio metabolismo addirittura risulti accelerato (e quindi il dimagrimento conseguente più rapido) grazie alla sgarrata, diversamente dai giorni prima dove per quanto cerchi di tenerlo su tra allenamento e dieta appropriata inevitabilmente si rallenta.

Molti dicono di non pesarsi il giorno dopo: io al contrario mi peso ogni momento possibile della giornata, anche per vedere come reagisce il mio corpo all'assunzione di determinati alimenti. Un classico: dopo una badilata di pasta e fagioli, sei un sacco di kg in più e devi allargare la cinta di due buchi. Lo stesso peso in bistecche e come per magia dopo una... seduta sul trono, sei lo stesso peso di prima. Come mai?

Il motivo spesso sta nella ritenzione dei liquidi: le sgarrate molte volte sono una bomba di carboidrati e/o sodio che favoriscono la ritenzione idrica. Una sgarrata di alimenti estremamente proteici (esempio classico: la grigliata) su di me ha un effetto quasi nullo (in termini di aumento di peso immediato) rispetto ad una sgarrata di dolci, pasta, pane, pizza, che contengono tantissimi carboidrati.

A volte è utile organizzare una sgarrata in corrispondenza di un allenamento: gli effetti deleteri sono notevolmente limitati (se non addirittura annullati), tuttavia vanno calcolati bene i tempi. Non pensate di mangiarvi una Sacher e scolarvi una boccia di spumante dolce per poi andare immediatamente a correre, a meno che non corriate diretti da casa al pronto soccorso. Vedi premesse iniziali. Tuttavia, un bel piatto di cannelloni a pranzo dalla nonna seguito da un allenamento verso le 18.00 può risultare gustoso e incredibilmente dopante :D


Peraltro spesso le energie raccolte durante una sgarrata sono ottimali per un lavoro con i pesi o comunque di potenza, volto a sviluppare la massa magra (i muscoli), che come è noto sono avidi di energia e favoriscono l'accelerazione del metabolismo. Un altro trucchetto interessante per accelerare il metabolismo è mangiare, nei giorni seguenti, più pasti leggeri, aumentando il numero degli spuntini (non ho detto uno sfilatino con stracchino e rucola, ho detto spuntini).

Altro problema storico della sgarrata: l'assuefazione. I tre giorni consecutivi al saccheggio del laboratorio di pasticceria, assorbiresti per osmosi una torta solo a passarci vicino. Il giorno dopo aver speso 20 euro al Burger King torneresti a regalargli altri 20 euro volentieri. Nonostante il famoso "effetto ristorante cinese". Già. Il problema sta nelle sostanze contenute in quegli alimenti così buoni, che oltre a fare male generano anche dipendenza


Soluzioni? Nessuna. Ci vai, te la godi, poi il giorno dopo mangi per bene e ti alleni, non fai caso a quello che ti va (tanto non muori se mangi una insalata anche quando ti va un Big Mac), pensi che comunque il giorno prima te la sei goduta, la smetti di frignare come un fiolino e via come prima. Oppure ci ritorni, sbafi tre hot dog, una torta e poi lacrime di coccodrillo.

Indovina quale delle due è la soluzione intelligente.


Concludendo...


Un effetto collaterale di allenamento + dimagrimento, almeno per me, è il peggioramento notevole come mangiatore di schifezze. Posso ancora farmi una fiorentina da 2.850 Kg, ma sulle porcate sto perdendo smalto.






Patatine fritte, stuzzichini da aperitivo, merendine, bibite gassate... non ne consumo a scatoloni interi come una volta e anche se mi modero mi devastano lo stomaco per due giorni, facendomi svegliare la mattina dopo con un alito che farebbe spavento a Sigourney Weaver. Idem per l'alcool, altro elemento chiave del mio dimagrimento. Da quando l'ho limitato in maniera considerevole l'ago della bilancia è colato a picco :)

Diciamo che col tempo mi è sempre più venuta voglia di sgarrare con cose di qualità e meno con porcate da due lire o eccessi che ti devastano per due giorni. Anche perché una bevuta tra amici ti fa passare una serata allegra, una sbornia ti fa PERDERE una serata allegra; un banchetto luculliano è piacevole, ma se finisce tutto nella siepe dietro il ristorante, che te lo sei fatto a fare?

Pensaci, decidi, comanda.

:)

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